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LE ORIGINI DELLA BANDIERA SICILIANA

14Feb

Le origini della bandiera siciliana risalgono al XIII secolo, ma i suoi simboli sono di età ancora più antica. E’ rappresentata infatti da una “triscele” – meglio conosciuta come “trinacria” – ed un “gorgoneion“. La trinacria, (comparsa per la prima volta in alcune monete usate a Siracusa nel III secolo a.C.) le cui origini sarebbero “indoari”, raffigura un essere con tre gambe, mentre il gorgoneion, il volto posto al centro della bandiera, è chiaramente di stampo greco: questo simbolo rappresenta la testa di un mostro mitologico, la Gorgone, spesso identificata con il volto di Medusa, con i serpenti al posto dei capelli e con il potere di pietrificare con lo sguardo chi la guardava. Con l’arrivo dei Romani furono aggiunte alla testa delle spighe, simbolo di fertilità. Le tre gambe poi indicherebbero la conformazione geografica dell’isola con i suoi tre promontori – Capo Lilibeo, Capo Peloro e Capo Passero.

Un gioiello della Palermo medievale: la Basilica di San Francesco d’Assisi

30Gen

In uno degli angoli  più suggestivi del centro storico di Palermo, si erge nella sua severa monumentalità la Basilica di S. Francesco d’Assisi, tra le più illustri e significative chiese palermitane per pregio d’arte e valore storico. Un autentico scrigno di storia e di capolavori d’arte dei più grandi artisti siciliani e non solo, che qui lasciarono opere di straordinaria bellezza.

LA NASCITA DEL CANNOLO TRA STORIA E LEGGENDA

25Gen

Secondo una leggenda la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a Caltanissetta, “Kalt El Nissa”, in arabo “Castello delle donne”, a quei tempi sede di numerosi harem di emiri saraceni.
L’odierno cannolo siciliano avrebbe dunque antiche origini, anche se nei secoli ha subìto diverse trasformazioni, e il suo antenato potrebbe essere stato un dolce a forma di banana, ripieno di ricotta mandorle e miele.

Il primo tempio normanno sui resti di un castello arabo

23Gen

Secondo lo storico Fazello, la piccola chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi sarebbe stata la prima tra le costruzioni normanne edificate in città, quando Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla assediavano la Palermo araba. Per altri, invece, risalirebbe al periodo di Ruggero II, prima metà del XII secolo, e trae il suo nome da un ospedale per lebbrosi, ormai distrutto, che proprio il sovrano avrebbe fatto costruire in memoria del fratello Goffredo, morto di questa terribile malattia.

LA VIA DELLA SETA IN SICILIA

19Gen

Alberi di gelsi a perdita d’occhio, bachi, bozzoli e filande. Per molti secoli fu la via della seta in Sicilia. Da Palermo a Messina, lungo la costa settentrionale dell’isola fino a un tratto della riviera ionica. Merito del clima e di corsi d’acqua rigogliosi. Un’arte antica quella della filatura, tessitura e ricamo, di cui molto è andato perduto ma qualcosa si tramanda ancora grazie alla passione e l’intraprendenza di un gruppo di donne e uomini.

CHE NATALE E’ SENZA BUCCELLATO?

23Dic

Celebriamo le feste senza sapere più perché. Nell’affanno dei regali da comprare, dell’organizzazione dei viaggi, dei pranzi e delle cene da preparare. Chissà quanti di noi, gustando la cuccìa, assaporando un buccellato, una sfincia di San Giuseppe o un frutto di pasta reale si ricordino più perché quei “cibi dei santi” sono nati. E come attraverso i secoli siano arrivati fino a noi. Ogni preparazione racconta eventi, vicende e riti che affondano nel nostro passato più antico e ci raccontano di bisogni e spiritualità che sarebbe meglio oggi non dimenticare.

UN AMORE A PRIMA VISTA

21Dic

Sono i marchesi Berlingieri i nuovi proprietari del dipinto di donna Franca Florio di Giovanni Boldini, la gemma più preziosa del nucleo di arredi, sculture, ceramiche andati all’asta lo scorso marzo durante la liquidazione dei beni del Grand Hotel Villa Igiea, dove il quadro era esposto dal 2005. Il ritratto della “Stella d’Italia”, come la chiamò il Kaiser Guglielmo II, dell’”Unica”, come la celebrò Gabriele D’Annunzio, due dei tanti potenti che restarono folgorati da donna Franca Florio, moglie di Ignazio, regina della Palermo Felicissima, avvolta in abiti fruscianti e in leggendarie collane di perle lunghe quanto le scappatelle del marito. Bella, elegante, padrona perfetta di quattro lingue, ambasciatrice di una città che sognò per una stagione di essere la capitale economica e mondana d’Italia.

LA CUPOLA PIU’ BELLA DI PALERMO

20Dic

Camminando per la stradina affollata di colori e odori delle bancarelle di Ballarò, s’intravede quella che forse può essere considerata la cupola più bella di Palermo, rivestita da maioliche smaltate, uno dei prodotti più estrosi del barocco siciliano, i cui colori la rendono ancora più visibile da ogni parte della città. Appartiene alla Chiesa del Carmine Maggiore, costruita dai Carmelitani alla fine del XII secolo, distrutta e ricostruita interamente agli inizi del XVII secolo su progetto di mariano Smiriglio. Mostra all’esterno quattro coppie di colonne scanalate di pietra intramezzate da quattro Atlanti in atto di reggere la cupola. All’interno della chiesa, a tre navate, da non perdere l’acquasantiera e le statue gaginesche, gli stucchi del Serpotta e la “Vergine del Carmelo con Sant’Andrea Corsini” dipinta da Pietro Novelli.

TESORI SVELATI: PALAZZO COSTANTINO DI NAPOLI

18Dic

Ci troviamo nel cuore pulsante della città, il centro tradizionale per eccellenza, non solo geografico e simbolico ma anche della sua storia. Perché ai Quattro Canti via Maqueda e corso Vittorio Emanuele si incrociano sotto gli occhi dei re spagnoli e delle quattro sante patrone. Delimitato dal Canto del Mandamento Castellamare e protetto da Sant’Oliva, Palazzo Costantino di Napoli si erge con i suoi ottomila e settecento metri quadrati di stucchi, affreschi, scaloni e saloni settecenteschi, tutti da svelare.