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LA VERA FORZA DEL RACCONTO

15Dic

Mimmo Cuticchio è l’anima stessa di un’arte diventata patrimonio dell’umanità. E’ bello ripercorrere la storia di quest’uomo-icona, vedere la sua faccia scavata dalle rughe, la sua barba diventata bianca, adesso che Palermo è stata nominata Capitale della cultura per il 2018. Come se qui, nel suo teatrino di via Bara all’Olivella, abitasse un tassello fondamentale di quell’identità profonda che ha decretato il successo di Palermo tra le altre città candidate. Palermo dell’itinerario Unesco arabo-normanno, Palermo accogliente e multiculturale, Palermo dello sfarzo barocco, Palermo di Serpotta. E Palermo di Mimmo Cuticchio, l’uomo che con il suo cunto ha incantato francesi e americani, spagnoli e russi. Il cunto è così diventato grazie a lui un linguaggio comprensibile a tutti, trasferendo il valore e il senso profondo di un’arte che rischiava di scomparire, l’Opera dei Pupi.

La vita di Mimmo Cuticchio è stata un viaggio continuo di paese in paese, dove le storie di amori e battaglie cavalleresche erano attese come s’attende il raccolto del grano. Impara osservando e ascoltando dal padre Giacomo un’arte antica fatta di tradizione e pazienza. Nel 1973, in un’epoca in cui i teatri chiudevano, decide di aprirne uno tutto suo nel cuore del centro storico palermitano. E trova la formula del suo successo: traghettare la tradizione da un’era all’altra, ampliandola e rinnovandola. Prima mette in scena spettacoli tratti dal repertorio cavalleresco ma adattati a un pubblico di bambini. Poi allestisce spettacoli del tutto inediti, dove i protagonisti non sono più soltanto i paladini della tradizione cavalleresca. Nuove storie, nuovi personaggi: Macbeth, Don Chisciotte, Garibaldi. Nel frattempo non è più solo puparo ma diventa cuntista. “Il cunto è la potenza della narrazione in sé, senza bisogno di altro, nemmeno dei pupi”.

Oggi , quei paladini con cui Cuticchio è cresciuto come fossero compagni di gioco sono in parte conservati a Palazzo Branciforte. Centonove pezzi unici che ripercorrono la storia del teatro di figura siciliano, dal 1830 al 1960.

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