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Un gioiello della Palermo medievale: la Basilica di San Francesco d’Assisi

30Gen

In uno degli angoli  più suggestivi del centro storico di Palermo, si erge nella sua severa monumentalità la Basilica di S. Francesco d’Assisi, tra le più illustri e significative chiese palermitane per pregio d’arte e valore storico. Un autentico scrigno di storia e di capolavori d’arte dei più grandi artisti siciliani e non solo, che qui lasciarono opere di straordinaria bellezza.

La costruzione ebbe inizio nel 1254, sui resti di una chiesa precedente distrutta nel 1240 dall’imperatore Federico II, e si concluse attorno al 1277. La parte più integra della chiesa è certamente la sua superba facciata di gusto tardo- romanico, notevole per il suo equilibrio compositivo, rimasta pressoché indenne da rifacimenti di epoche successive. Adornata da uno stupendo portale trecentesco dove si incentra tutto il movimento della facciata e dove ancora campeggiano le insegne della potente famiglia dei Chiaramonte che ne furono i committenti. Sopra il portale si allarga la cornice dell’arco ogivale, i cui motivi a zig-zag, derivanti dall’arte islamica, sono stati paragonati a ”onde concentriche che, in un mare increspato, si allargano in semicerchi solenni”. Completa la facciata il preziosissimo rosone. Distrutto dal terremoto del 1823 fu ricostruito magistralmente dall’architetto Patricolo alla fine del XIX secolo sull’esempio di quello della chiesa di S. Agostino. L’impianto planimetrico era molto simile all’attuale, ma la chiesa originaria mancava di cappelle ed aveva sui muri esterni delle navate laterali una serie di sedici magnifiche bifore di stile gotico, delle quali ancora rimane qualche traccia. A partire dalla prima metà del trecento vennero edificate le prime cappelle in stile gotico chiaramontano, con intarsi di pietra lavica sul tufo grigio. A partire dal XV secolo ne furono aggiunte altre in stile rinascimentale. La più bella è senza dubbio la “Cappella Mastrantonio” (1468-1470) di Francesco Laurana e  Pietro da Bonitade, che segna l’introduzione delle forme rinascimentali nell’arte siciliana. Sempre nello stesso secolo il primo iniziatore del Rinascimento a Palermo Domenico Gagini, realizzò su committenza del pretore Pietro Speciale, lo splendido monumento funebre del suo unico figlio, Nicolò Antonio. Ma ogni secolo ha lasciato nel tempio francescano la sua impronta. Nel XVII secolo fu arricchita di stucchi, di preziosi affreschi e soprattutto della meravigliosa cappella dell’Immacolata, una delle opere più rappresentative del barocco palermitano, col suo fastoso addobbo di marmi mischi policromi. Nel secolo successivo Giacomo Serpotta, il più grande stuccatore di Sicilia realizzò per la chiesa una serie di figurazioni allegoriche femminili, piene di raffinata grazia ed eleganza.

Le volte sono decorate affreschi e stucchi da Pietro Novelli (prima metà del XVII secolo). La chiesa è inoltre arricchita da un ciclo di dieci statue raffiguranti le Virtù francescane (1723), considerate tra le opere migliori di Giacomo Serpotta. Il grande mausoleo contiene, conservato in apposita cappella, il fercolo dell’Immacolata che ogni anno, la sera del 8 dicembre sfila per le vie del centro storico appassionando migliaia di fedeli che accompagnano il corteo fino alla Piazza San Domenico.

Sconvolta nel 1823 da una scossa di terremoto, la basilica duecentesca rinacque con vesti neoclassiche. Nella seconda metà dello stesso secolo si sentì il bisogno di restituire la chiesa alla purezza delle sue forme originarie, ma i disastrosi bombardamenti della seconda guerra mondiale squarciarono ancora l’antica basilica. La ricostruzione pareva impossibile, ma l’amore e la tenacia dei padri francescani fecero risorgere ancora una volta il loro tempio, più semplice e nudo, tanto più simile all’antico eppure ancora tanto ricco di opere d’arte d’inestimabile valore accumulate attraverso i tanti secoli di vita di questo splendido monumento.

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